Risparmio energetico, dalla Ue una nuova sfida: -30% entro il 2030

Nuove opportunità per le imprese europee, bollette energetiche a prezzi accessibili per i consumatori, una maggiore sicurezza energetica attraverso una significativa riduzione delle importazioni di gas naturale e un impatto positivo per l’ambiente.

Questi sono alcuni dei benefici attesi dal nuovo obiettivo di efficienza energetica per il 2030 presentato il 23 luglio scorso dalla Commissione europea. L’obiettivo del30% si basa sui risultati già raggiunti: le nuove costruzioni utilizzano la metà dell’energia rispetto al 1980 e l’industria consuma circa il 19% di energia in meno rispetto al 2001.

L’obiettivo di risparmio energetico proposto va oltre quello del 25%, che sarebbe necessario per conseguire una riduzione del 40% delle emissioni di CO2 entro il 2030. Allo stesso tempo, il quadro sull’efficienza energetica presentato mira a trovare il giusto equilibrio tra benefici e costi.

Günther H. Oettinger, vicepresidente della Commissione europea responsabile per l’energia, ha dichiarato: “La nostra proposta è la base per guidare l’Unione verso una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti, l’innovazione e la sostenibilità, il tutto in un modo economico e allo stesso tempo ambizioso. I tempi sono realistici. La strategia di efficienza energetica completerà, con i temi energia e clima, il quadro 2030 che è stato presentato nel gennaio 2014. Il nostro obiettivo è quello di dare il giusto segnale al mercato e incoraggiare ulteriori investimenti in tecnologie per il risparmio energetico a vantaggio delle imprese , dei consumatori e dell’ambiente”.

La comunicazione sull’efficienza energetica e il suo contributo alla sicurezza energetica, nonchè il quadro 2030, fa il punto sui progressi verso l’obiettivo del 20% per il 2020. Attualmente la UE prevede di conseguire un risparmio energetico del 18-19% nel 2020.

Tuttavia, l’obiettivo del 20% può essere raggiunto solo se tutti i paesi dell’UE danno piena attuazione alla normativa già concordata. La Commissione non intende proporre nuove misure, ma invita gli Stati membri a intensificare glisforzi per garantire il raggiungimento del target 2020.

I vantaggi delle politiche di efficienza energetica in corso
Tra i comprovati vantaggi per le imprese e per i consumatori ci sono, per esempio:
- l’intensità energetica nel settore industriale dell’UE è diminuita di quasi il 19% tra il 2001 e il 2011;
- elettrodomestici più efficienti, come frigoriferi e lavatrici, faranno risparmiare ai consumatori 100.000.000.000 di euro all’anno – circa 465 euro per famiglia – sulla bolletta energetica entro il 2020;
- i nuovi edifici consumano oggi metà dell’energia rispetto al 1980.

Benefici a lungo termine
La comunicazione esplora anche gli impatti positivi di efficienza energetica sulla vita dei cittadini europei nei prossimi 16 anni:
- per ogni ulteriore 1% di risparmio energetico, le importazioni di gas dell’Unione europea dovrebbero scendere del 2,6%, diminuendo la nostra dipendenza da fornitori esterni;
- gli edifici ad alta efficienza energetica offriranno ‘prestazioni accessorie’ per le persone che ci vivono e ci lavorano, oltre a ridurre le bollette energetiche. Ad esempio, migliori finestre possono fornire una maggiore qualità dell’aria e proteggere dal rumore esterno;
- politiche di efficienza energetica creeranno nuove opportunità per le imprese europee, quali le imprese di costruzione e i produttori di impianti, creando nuovi posti di lavoro.

Le prospettive
Come annunciato dalla comunicazione, la Commissione europea valuterà i progressi compiuti in materia di efficienza energetica nel 2017. Esaminerà la questione se emergeranno ulteriori indicatori da poter utilizzare per misurare e monitorare i progressi verso l’obiettivo di efficienza energetica, come l’intensità energetica, che tengono meglio conto dei cambiamenti di fondo delle proiezioni sul PIL sulla crescita della popolazione.

Il contesto
La direttiva sull’efficienza energetica (2012/27/UE) introduce misure vincolanti per aumentare l’efficienza energetica del 20% entro il 2020. Questo obiettivo è parte degli obiettivi generali energetici e climatici dell’UE per il 2020, tra cui una riduzione del 20% delle emissioni di gas a effetto serra e una quota del 20% di energie rinnovabili nel mix energetico dell’UE. Attualmente, l’Italia, Cipro, Danimarca, Malta e Svezia hanno recepito la direttiva sull’efficienza energetica nella loro legislazione nazionale. Il termine ultimo per farlo era il 5 giugno 2014.

Il commento
“Sarebbe opportuno che l’Europa rendesse vincolante il nuovo target del 30% per l’efficienza energetica al 2030 – ha detto Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera. Comunque, proprio lo sviluppo dell’efficienza rappresenta una straordinaria occasione per implementare l’innovazione e la competitività delle nostre imprese, nonché per spingere l’occupazione, come ricordato più volte anche da Confindustria”.

“Basti pensare all’efficienza energetica in edilizia, settore in cui l’ecobonus ha avuto un indiscusso effetto anticiclico – ha proseguito Realacci. Secondo il Consip la spesa energetica per uffici, scuole e ospedali è maggiore di 5 miliardi di euro annui. Investendo in efficienza energetica si può ridurre di un terzo questa cifra. E può generare risparmi significativi anche per le famiglie italiane”.

“I consumi termici ed elettrici delle case valgono 45,2 miliardi di euro l’anno: più di dieci volte la manovra dell’Imu. Abbatterli può portare alle famiglie un risparmio ben maggiore. Nel 2012 infatti gli italiani hanno pagato in media sulla prima casa 235 euro di Imu, mentre tra una casa costruita bene e una casa costruita male passano 1.500 euro di bolletta energetica. È interesse del Paese, delle imprese italiane, dei cittadini e della nostra economia, rendere il nuovo target dell’efficienza energetica al 2030 vincolante” – ha concluso il parlamentare.

(da edilportale)